Stravaganze politiche?
Brindisi. A Brindisi si può! Tutto è possibile: cercare di governare la città senza grandi impegni e dimostrare solo che qualche problema è impostato per non risolverlo. A Brindisi sono fiorenti i vari comitati, movimenti che s’interessano del “dove” tutto è negativo, dalla portualità, all’industria che tramonta, alla sanità che non garantisce la salute. E questi senza mai affermare il “come” risolvere i vari problemi, al punto da chiedersi se i vari comitati e forum servono si o no e a chi? Comitato contro le chiusure degli ospedali volute dal presidente Emiliano; il comitato “no Tap”; i comitati per la chiusura dei corsi, voluta dai “mille di Garibaldi”e che nessuno ha verificato quanti siano effettivamente; i comitati contro i centri commerciali; comitato contro i parcheggiatori abusivi e che nessuno vede per non passare qualche domenica triste; il comitato per bancarelle e chioschetti sui vari lungomare che fanno tanto turismo durante la notte; il comitato dei pub che non fanno rumore e rendono insonne il riposo degli anziani che vivono nel centro di Brindisi, compreso il rumore dei bus e navi lungo Via del Mare; prima vi erano i pescherecci attraccati a sulla banchina centrale a fare rumore; poi c’è il forum ambiente e salute ed il comitato “No al Carbone”. Questi ultimi, storicamente impegnati nella difesa del territorio, si stanno adoperando per contrastare lo sviluppo urbanistico – edilizio dell’area portuale, al fine di garantire il recupero e la valorizzazione dell’area di Sant’Apollinare. Già proprio Sant’Apollinare, una spiaggia che identifica Brindisi e chi? E perché non la “Pineta”, la spiaggia di “Fiume Piccolo” e di “Fiume Grande” e perché non quella di “Granchio Rosso”, “Rinascimento” e poi i tanti kilometri di costa?
Il Comune. E’ vero che il governo locale in questi ultimi anni è andato trasformandosi: da mero esecutore d’infrastrutture, strade, ferrovie, ospedali, scuole, ed erogatore di servizi sociali e non ai cittadini a una governance impegnata a pianificare, programmare ed eseguire la promozione dello sviluppo territoriale. Brindisi, però non è Milano, non è Roma e neanche Bari: mancano ancora servizi essenziali, salute, istruzione e formazione, università e soprattutto manca un piano di una mobilità locale efficiente per integrare i vari quartieri satelliti. A Brindisi, invece, il governo del territorio lo esplicitano sempre più i vari comitati, movimenti e forum opponendosi a vari insediamenti post-industriali e contro nuove infrastrutture produttive nelle sedi di T.A.R. e a volte anche in Procura. Sulla questione delle opere portuali e dei vincoli su Punta delle Terrare e Sant’Apollinare, il comitato del “No al carbone” dichiara che detta area non può ospitare nuovi accosti per navi ro-ro e passeggeri. Il movimento, tra l’altro, si oppone anche alla colmata in progetto tra Costa Morena Est e il molo del Petrolchimico. I vincoli paesaggistici e archeologici dell’area non permettono alcun insediamento; com’è successo all’area di fronte all’ospedale Di Summa e poi sotterrata; com’è successo alle aeree sul lungomare, nei pressi della Capitaneria e della casa del Prefetto, e poi sotterrate; come nelle tante aree di una Brindisi, piena di servitù militari e non, come Porta Mesagne, Porta Lecce, i vari Bastioni con le mura nascoste da permessi urbanistici stravaganti; Fontana Tancredi e altro.
Le stravaganze. Ma a Brindisi le “stravaganze politiche” sono permesse? Ci domandiamo: perché gli associati a comitati e forum non si candidano alle prossime “elezioni amministrative” con le loro sigle e vediamo di quanti consensi, godono per governare il territorio? Con il loro modo di “servire” il bene comune di una città non fanno altro che delegittimare la classe dirigente che oggi governa il territorio di Brindisi. Si contesta l’amministrazione comunale da sinistra, da destra e da centro! Il Sindaco sente la responsabilità di rispondere a queste stravaganze politiche, oppure ne condivide l’operato di tali comitati e forum? La chiusura del ciclo della prima industrializzazione e del post industriale ha creato le condizioni per estromettere dalla scena politica i partiti ideologici di massa, ma sicuramente i vari comitati e forum non sono i prescelti per rispondere a una domanda sociale di “Politica”. La domanda rimane sempre quella: Brindisi ha un porto sì o no? Se è no, allora prosciughiamo dalle acque i seni di levante e di ponente, così potremmo avere molti ettari per parcheggiare le auto e suv che con il loro peso distruggono le “chianche” di Piazza Cairoli! Di là dall’ironia, non possiamo assistere per un giorno in cui il governo della città ritrova unità (Enti locali, sindacati e organizzazioni imprenditoriali) con l’impegno a risolvere i vari problemi della città, anche con una legge regionale ad hoc, e il giorno successivo i vari comitati e movimenti ricorrono in Tribunali. Brindisi ha bisogno di … servire la politica e non servirsi, come Don Sturzo ammoniva.
Abele Carruezzo
Condivido pienamente ciò che ha scritto.Quando finiranno di fare solo chiac
Chere i nostri Politicanti,le varie associazioni del No su tutto.Perche non cercano di risolvere i vari PROBLEMI dimenticando le varie LOBBY.A