Svolta nelle indagini del duplice omicidio di Serranova, dove mercoledì scorso Tonino Calò e la moglie Caterina, sono stati trovati morti, uccisi a colpi di fucile da caccia nel loro casolare di Contrada Canali. Questa mattina alle 11, nella compagnia dei carabinieri di San Vito dei Normanni sono arrivati Cosimo Calò, 83 anni, ed il figlio Vincenzo, rispettivamente fratello e nipote di Tonino. Già ieri erano stati ascoltati per ben tre ore, come persone informati sui fatti. Oggi, invece, sono arrivati in caserma accompagnati dall’avv. Carmela Roma. Ma il legale, a quanto si apprende, difende solo Cosimo. Poco dopo, è arrivato anche il pm Francesco Carluccio.
Il cerchio inizia, quindi, a stringersi. E sembra stringersi proprio attorno alla figura di Cosimo, al quale erano stati sequestrati nei giorni scorsi ben due fucili da caccia e che, stando a quanto ha dichiarato Carmelo – l’altro fratello, colui che ha trovato i corpi di Tonino e Caterina – non aveva buoni rapporti con Tonino. Tutt’altro. Rapporti che si erano incrinati quando alla morte di un altro fratello, Tonino aveva ricevuto in eredità una casa colonica, adiacente al suo casolare, ed un terreno attiguo. E proprio quel pezzo di terra era stato oggetto di dissidi. A quanto pare, Tonino aveva deciso di cedere a Cosimo una parte del terreno, dove quest’ultimo avrebbe voluto costruire, salvo poi scoprire che non era edificabile. Avrebbe quindi chiesto soldi a Tonino in cambio di quella terra, ma non se ne è mai fatto nulla. Avrebbero litigato più volte. Nell’ultima, Cosimo lo avrebbe minacciato di morte. La pista familiare è stata sin dall’inizio quella più battuta dagli inquirenti. Cosimo, tuttavia, almeno per ora, non è formalmente indagato. Intanto, domani mattina i carabinieri torneranno nel casolare dell’orrore per un nuovo sopralluogo.