25 secondi. E’ il tempo impiegato da Luigi Borracino, con un complice ad attenderlo in auto, per raggiungere a piedi l’abitazione di Paolo Stasi e freddarlo con due colpi di pistola. Secondo gli inquirenti è lui – 17enne all’epoca dei fatti – il presunto killer del 19enne, fatto scendere con un pretesto sotto casa, in via Occhibianchi, dove viveva con la famiglia. A guidare l’auto il 21enne Cristian Candita che, alle 17,30 del 9 novembre 2022, parcheggia in una stradina attigua. Borracino è seduto sul sedile posteriore: i vetri sono oscurati, per eludere le telecamere. Il 17enne scende, va a piedi sotto casa di Paolo, lo ammazza e torna di corsa in auto. Paolo è stato ucciso per 5mila euro: soldi che doveva proprio a Borracino per la droga – marijuana soprattutto – che quest’ultimo forniva quotidianamente a lui ed alla madre, Nunzia D’Errico, indagata a piede libero. Droga che mamma e figlio si prestavano anche a custodire in casa e che poi il 17enne arrestato rivendeva a terzi. Borracino e Candita, tradotti in carcere, sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario in concorso, oltre che di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un traffico che non si era fermato neppure dopo l’omicidio di Paolo, anche grazie alla collaborazione delle due fidanzate: la 25enne Marirosa Mascia, finita ai domiciliari e la 20enne Sara Canovari, sottoposta all’obbligo di dimora. Obbligo di dimora anche per il 20enne Pasquale Moldavio, che avrebbe preso il posto di Paolo Stasi quale custode della sostanza stupefacente. L’arma del delitto non è ancora stata ritrovata. Ma una cosa è certa: dalle intercettazioni tra Borracino e Candita è emersa l’intenzione del primo di uccidere anche la mamma di Paolo: l’unica persona a conoscere i suoi traffici illeciti, ma anche l’unica che avrebbe potuto far emergere il suo coinvolgimento nell’omicidio del figlio.