Il Barocco Festival Leonardo Leo integra quattro appuntamenti tra febbraio e marzo, un progetto giunto alla III edizione – denominato “Talenti all’organo” – pensato dal direttore artistico del Festival, Cosimo Prontera, per valorizzare giovani esecutori e il patrimonio organario storico (e non) del territorio, oltre che per divulgare la conoscenza della musica organistica. «Quando ho pregato il Signor Stein di poter suonare sui suoi organi, essendo l’organo la mia passione, si è profondamente meravigliato e mi ha detto: come, un uomo come lei, un esecutore della tastiera così bravo, vuole suonare su uno strumento privo di morbidezza, di espressività, di piano e di forte ma su cui sembra tutto uguale? L’organo per i miei occhi e per le mie orecchie è il re degli strumenti». È così che il 17 ottobre 1777 Mozart descriveva, in una lettera al padre, la sua passione per l’organo. E forte di tanta meraviglia, tra le pagine polifoniche dei maestri tedeschi, i giochi coloristici degli autori italiani e il repertorio “sinfonico”, il programma restituisce attenzione all’organaria e invita a un’ulteriore conoscenza dei tanti preziosi strumenti che arricchiscono la nostra terra. L’ingresso è libero. Info T. 347 060 4118.
«L’entusiasmo e la volontà indomabile dei giovani concertisti – ha detto Cosimo Prontera – ci hanno spinto a dare ulteriore fiducia alla minirassegna che accende i riflettori sul patrimonio organaro della nostra terra. Tutto questo grazie ai parroci che hanno messo a disposizione questi strumenti indiretti custodi della nostra storia. La responsabilità del Festival sta nell’offrire una giusta vetrina e opportunità concrete ai nostri giovani su cui spesso si teorizza mettendoli di fronte ad un pubblico e chiedendo loro di offrire un omaggio alla bellezza. “Fatti non foste per vivere come bruti …”. È quasi una esortazione del Poeta ma al contempo anche un ammonimento. Tutti abbiamo il dovere di offrire il nostro contributo alla bellezza: nel contemplarla, nel tentare di produrla, nel parteciparla. Non è vero che è bello ciò che piace perche il bello è per sempre ed è per tutti, ma deve essere conquistato e più è bello più necessita di concentrazione, di comprensione, di conoscenza, in una parola, di studio. I giovani musicisti di questa rassegna spero si cimentino nella “sublime gara” intuendo che la loro intelligenza, sensibilità, unita alla tecnica, saranno i mezzi per veicolare Musica: Arte con cui i compositori come Bach, Franck, Leo, Buxtehude e gli altri si sono misurati».
Si comincia domenica 26 febbraio, con inizio alle ore 10.30, nella chiesa dell’Ospedale a San Vito dei Normanni: protagonista il savese Mattia Greco per le musiche di Girolamo Frescobaldi, Jan Pieterszoon Sweelinck, Johann Caspar Ferdinand Fischer, Giovanni Battista Ferrini, Leonardo Leo, Gaetano Valeri e Dietrich Buxtehude, autori attivi tra il Cinquecento e l’Ottocento. Nel XVI secolo fiorì in Italia e in Europa una notevole produzione di musica destinata all’organo in funzione della liturgia. I maestri del tempo composero infatti alcuni brani (ricercari, toccate, canzoni) da alternare al canto all’interno delle azioni liturgiche. Si stabilì che l’organo potesse intervenire, alternandosi al canto, in vari punti della celebrazione della messa. Un grande sviluppo ebbe anche tra il XVI e il XVII secolo la cosiddetta «Messa d’organo», una vasta composizione nella quale l’organo si alternava alla esecuzione dei versetti e che ebbe una particolare fortuna in Francia. Nei Paesi protestanti la musica d’organo crebbe più che nei Paesi cattolici e fu utilizzato per accompagnare corali e cantate durante le funzioni, ma ebbe anche un importante ruolo extraliturgico attraverso i concerti che ne esaltarono le straordinarie possibilità tecniche e musicali.
Il concerto di domenica prossima lambisce la ricchissima produzione di Girolamo Frescobaldi, certamente il più grande organista italiano del primo Seicento. Copioso compositore di brani per strumenti a tasto destinati all’uso liturgico (Frescobaldi fu per lungo tempo organista della Basilica di San Pietro a Roma), il maestro ferrarese seppe far tesoro delle possibilità espressive dell’organo italiano destinando a questo strumento celebri toccate, canzoni, capricci e le raccolte dei «Fiori musicali». L’influenza di Frescobaldi nella musica organistica fu tale che i maestri italiani delle generazioni successive sentirono fortissimo il rigore del suo insegnamento. Tra questi anche Leonardo Leo, il quale tuttavia non scrisse in modo specifico per organo.
La letteratura organistica ebbe esponenti eletti nei Paesi del vecchio continente con incidenza in Germania e in Francia. La scuola organistica tedesca, che prese avvio da Sweelinck, ispirò anche la tradizione organistica della Germania settentrionale con il genio di Buxtehude. Nella prima metà dell’Ottocento l’astro musicale di Bach rappresentò il culmine della letteratura organistica europea. Nella sua messe di composizioni dedicate all’organo – strumento prediletto dal maestro – Bach operò una straordinaria sintesi tra l’antico e il moderno che i contemporanei non seppero comprendere. Non a caso il secondo Settecento sancisce la decadenza della musica organistica e dell’organo in generale. Dall’epoca romantica ad oggi si è assistito alla rinascita della musica d’organo e, sulla scia della rivalutazione di Bach, artisti come Mendelssohn, Brahms e Liszt hanno composto musica da destinare al mai dimenticato «re degli strumenti», come lo definiva Mozart.