carmine dipietrangelo

Caro Emiliano,

noto che ritorni  a riproporre Brindisi come sito per il metanodotto della Tap. In città molti intravedono in questa tua posizione una certa dose di arroganza e di prepotenza nei confronti del territorio. Non si capisce ,poi, a quali dei tre siti a suo tempo individuati (Lendinuso, costa Nord della città, zona industriale) e poi scartati dalla stessa Tap, tu faccia riferimento.

Sarebbe interessante sapere cosa pensino di questa tua reiterata proposta il pd di Brindisi di cui sei  autorevole rappresentante regionale e nazionale e la stessa maggioranza che ti sostiene in Consiglio Regionale.

Se per giustificare lo spostamento del gasdotto Tap,previsto,progettato e già in fase di costruzione sulla costa di San Foca,si ricorre tardivamente e ancora una volta a proporre il sito alternativo di Brindisi, chi lo fa non sa di cosa parla.

E non si utilizzi la centrale di Cerano o l’area industriale della città per giustificare o coprire  questa scelta. Si trovassero altre motivazioni ma non queste per sostenere  ciò che tu  ritieni opportuno realizzare a Brindisi ciò che non si può nel territorio leccese.

La riproposizione del sito di Brindisi sembra più un tentativo di distrazione di massa, insomma, un alibi utile per la campagna elettorale ormai in corso.

Una discussione sul nulla, esilarante perché priva di riscontri e di fattibilità. Il sito di Brindisi  fu scartato per il suo impatto a mare che come è noto è ricco di  poseidonia. Contro di esso si dichiararono, e  in più occasioni, le istituzioni locali.

Fu fatta un’altra scelta, tecnica, e forse anche politica, a cui parteciparono molti di quelli che oggi dicono che avrebbero  preferito Brindisi. C’era e c’è a Lecce con collegamenti a Bari e a Roma una corte dei miracoli e di interessi in servizio permanente effettivo che la sa lunga anche su questa questione della Tap. E se tu ,Emiliano, invece di insistere su Brindisi li facessi uscire allo scoperto, aiuteresti tutta la Puglia a liberarsi da impropri condizionamenti.

Il localismo e l’ansia da prestazione elettorale può giocare brutti scherzi e aumenta il tasso di ipocrisia e la sfiducia verso le istituzioni e coloro che le rappresentano.

La trasformazione a metano della centrale di Cerano,realisticamente,non è  credibile  alla luce anche delle nuove scelte energetiche nazionali ed europee.

L’approdo a Brindisi del gasdotto  non poteva e non può allora essere giustificato da nessuna ragione industriale ed energetica, oltreché ambientale.

L’attenzione e l’impegno andrebbero rivolti invece in direzione della futura dismissione o esaurimento produttivo della centrale di Cerano. Tra meno di 10 anni con questa situazione il territorio dovrà fare i conti.

Classi dirigenti lungimiranti dovrebbero cominciare a costruire una alternativa per evitare  di viverla come emergenza e non come una opportunità per valorizzare competenze, imprenditorialità,professionalità che in questo comparto, nel corso degli anni, si sono formate a Brindisi. L’esperienza della centrale di costa morena non ha insegnato niente? Anche qui grovigli di interessi e di intrecci imprenditoriali coperti da atteggiamenti politici equivoci(come quelli che girano attorno a A2A) tengono in scacco un territorio e un sito di pregio per il futuro del porto e della città. La centrale di Cerano fu autorizzata agli inizi degli anni 80 per liberare la città dalla centrale di Costa Morena. Ma con A2A chi parla? Chi  dice che il suo compito è di bonificare il sito e renderlo fruibile e compatibile con le scelte urbanistiche e infrastrutturali della città e del porto. Non può essere Roma o Bari la sede della decisione. Si discuta allora di questo e a Brindisi!

Tornando alla centrale di Cerano.

Adesso, caro Emiliano, è il tempo per avviare un confronto con il governo e la sua nuova politica energetica e soprattutto con l’Enel per inserire il futuro del nostro territorio nelle nuove politiche industriali del gruppo, nelle tecnologie green,nel suo nuovo assetto verde. Gli investimenti futuri dell’Enel,aldilà di quelli necessari per la produzione energetica convenzionale,possono riguardare il nostro territorio? Anche in questo modo ci si può preparare per il dopo uso dei combustibili fossili(e tra questi c’è il metano). Il 2030 o il 2025 e’ tra pochi anni!

Brindisi è in grado di offrire a te e ai tuoi sostenitori validi elementi di valutazione e proposte  per una legittima difesa e per un rilancio di un territorio mortificato ed emarginato e  a cui non può interessare nessuna decarbonizzazione, ne’ la localizzazione di una infrastruttura che se non va bene a Melendugno non si capisce perché dovrebbe andare bene a Brindisi, tra l’altro, scartata, almeno così risulta, per motivi ambientali e per direttive europee.

Nel ricordarti  la “partecipazione” prevista dalla tua  stessa legge che  è un”diritto”, è tale anche  dei brindisini. Una partecipazione che in occasione delle prossime scadenze elettorali politiche e amministrative può essere ricca di contributi per costruire,partendo da Brindisi,una nuova politica energetica e ambientale regionale, coerente con i limiti e gli obiettivi nazionali ed europei. Brindisi vorrebbe e dovrebbe  difendersi così, guardando al suo futuro che non può essere rappresentato ne’ da un gasdotto che tutti sanno non potrà mai approdare sulla nostra costa ne’ potrà mai alimentare la centrale di Cerano e che, a sua volta, non potrà essere più alimentata a carbone. E si faccia presto perché la sua chiusura metterà in discussione una parte consistente della economia della città e del suo porto. Anche per queste ragioni faresti bene ad accettare l’invito del Forum Ambiente e Sviluppo per una tua diretta presenza a Brindisi e  avviare così un confronto serio e costruttivo sul futuro della città a cui, come dici spesso, ti senti legato profondamente.

Con  rispetto e amicizia,

Carmine Dipietrangelo

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