Tassa di soggiorno: il Comune si costituisce davanti al Tar nel ricorso promosso da alcuni albergatori ed associazioni

BRINDISI – Come è noto, con delibera di giunta del 29 marzo scorso, il Comune di Brindisi si è aggiunto ad altre realtà della provincia – come Ostuni, Carovigno, Fasano – istituendo la tassa di soggiorno. Nel dettaglio, sul documento si legge che la tassa si divide in tre tariffe specifiche: la più alta è nell’ordine di due euro e cinquanta centesimi a notte per un massimo di 7 giorni consecutivi, quindi due euro a notte ed infine un euro e cinquanta centesimi a notte, sempre nel lasso di tempo di una settimana continuata.

All’interno della prima tipologia ricadono strutture ricettive come gli alberghi da 4 stelle in poi, residenze turistico-alberghiere, dimore storiche-residenza d’epoca, mentre l’importo di due euro riguarderà alberghi da 1, 2 e 3 stelle, agriturismi, B&b, affittacamere, case e appartamenti per vacanza. Nell’ultima tipologia, infine, ricadono case per ferie, ostelli, campeggi ed altre strutture ricettive all’aria aperta non comprese nelle precedenti tipologie.
La delibera fece seguito all’approvazione della misura approvata nel consiglio comunale del novembre 2018, con voci contrarie nell’opposizione, così come in passato associazioni di categoria come Federalberghi avevano fatto appello contro l’introduzione della nuova imposta.

Bene, adesso si apprende che alcuni albergatori ed associazioni (e, nello specifico, Hotel Barsotti, ABA, Nettuno Parking, Puglia Holiday, Gaia Srl, Promohotel, Deltur, Hotel Nemo ed Azzurra Srl) hanno fatto ricorso al Tar di Lecce contro la decisione del Comune di istituire la tassa di soggiorno e l’Amministrazione comunale si è costituito davanti allo stesso Tar nel giudizio amministrativo, come si legge nella delibera di Giunta n. 305 avente (proponente l’assessore Mauro Masiello). A tale scopo sono stati nominati quali difensori del Comune gli avvocati Emanuela Guarino e Monica Canepa.

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