BRINDISI – Presentata stamani presso il foyer del Nuovo Teatro Verdi la stagione teatrale 2018-2019.
Costerà 20.000 euro in meno rispetto alla precedente (118.000 euro quella attuale, 137.000 euro la precedente), ma garantirà un livello almeno eguale, se non superiore, rispetto a quella appena vissuta, che è risultata certamente positiva in termini economici, dato che i costi degli spettacoli sono stati inferiori rispetto agli incassi (+43.000 euro il saldo). Ed anche il bilancio di esercizio del 2017 si è chiuso in utile per 20.000 euro, dopo gli ammanchi per centinaia di migliaia di euro registrati nei bilanci degli ultimi anni. L’inversione di rotta deriva principalmente da una razionalizzazione delle spese, da un contributo extra elargito dal Comune e dal saldo positivo tra spese ed incassi degli spettacoli. Inoltre, deve considerarsi anche un risparmio sui costi di gestione annui pari a circa 100.000 euro riveniente dal licenziamento della ex dirigente Daniela Angelini (poi conclusosi con un componimento bonario), del quale beneficerà appieno il bilancio della Fondazione a valere dall’anno in corso.
Tra l’altro, grazie al lavoro della struttura commissariale ci sono buone possibilità che vengano intercettati fondi Pon per risolvere le annose problematiche legate all’acustica ed ai servizi per i diversamente abili.
Venendo invece al cartellone della stagione, lo spettacolo di punta può essere individuabile in quello che vedrà Pierfrancesco Favino impegnato ne “La notte poco prima delle foreste”, del quale portò uno stralcio a Sanremo stregando l’Italia intera.
Sul palco del Verdi saliranno poi i celebri Peppe Vessicchio, Leo Gullotta, Lello Arena (impegnato nell’adattamento teatrale dello strepitoso film di Monicelli, Parenti Serpenti), Teresa Mannino, Alessio Boni (in un Don Chisciotte più classico rispetto a quello visto la scorsa stagione), Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo (essenzialmente un revival di Toti e Tata), Sebastiano Somma (che “porterà in scena” Lucio Dalla e Lucio Battisti) e Giampiero Ingrassia.
Andrea Pezzuto