ROMA – La vertenza del lavoro sull’asse Brindisi-Grottaglie, quella cioè che gravita nel cruciale settore dell’aerospazio, si fa di giorno in giorno più preoccupante, tanto da assumere il profilo di una autentica emergenza i cui contraccolpi investono l’intera Regione Puglia.
È facile peraltro enucleare come la responsabilità di tale enorme problema sia da addebitare per la maggior parte a Leonardo ed al suo piano di smembramento dell’albero occupazionale delle aziende fornitrici dello stabilimento di Grottaglie, un progetto rispettato a marce forzate con spietatezza che disintegra di settimana in settimana l’indotto territoriale.
Ultima vittima in ordine di tempo la Tecnomessapia, che dal prossimo 1 luglio scaraventerá nell’angoscia della disoccupazione 175 lavoratori, dopo aver dovuto licenziarne altri 80 lo scorso dicembre.
Se si considera che, attraverso l’internalizzazione delle commesse, Leonardo fino ad oggi ha colpito già circa 700 maestranze, tra indotto diretto e indiretto, nella sola provincia di Brindisi, si capisce bene la portata di un fenomeno che sta letteralmente devastando intere fasce sociali.
Ciò che, se possibile, è ancora più intollerabile è che questa devastazione provenga da un’azienda a partecipazione statale, carica dunque di una responsabilità supplementare.
Gli operai di Tecnomessapia, dotati di prezioso valore aggiunto per avere per anni contribuito alla realizzazione del Boeing 787, dovrebbero venire internalizzati, come già accaduto con i lavoratori della GSE e di HB.
Ma non si perda un minuto di più, qui si gioca con la vita ed il destino di persone e di famiglie: la misura è oltremodo colma.
Toni Matarrelli
Deputato della Repubblica