BRINDISI – Non è passata inosservata la richiesta che Teo Titi, Presidente del Circolo della Vela di Brindisi e Presidente degli Operatori Portuali Salentini, ha avanzato nel corso della manifestazione di accoglienza degli equipaggi della Brindisi – Corfù: “Dato che a breve inizieranno i lavori di consolidamento della banchina centrale del Lungomare, chiedo il supporto del Presidente Patroni Griffi affinché la stessa possa presentarsi per tutto l’anno piena di barche come in questa occasione e possano pertanto essere superati i legacci che impediscono tutto ciò”.
A quali problematiche faceva riferimento Titi? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, che già negli anni scorsi intraprese una battaglia contro la Marina Militare, la quale effettua prescrizioni che minano lo sviluppo economico del Seno di Ponente.
“La volontà della Marina Militare e le sue prescrizioni sono preminenti rispetto a quelle della Capitaneria di Porto: pertanto se la Marina stabilisce (come avvenuto nel 2008) che gli yacht non possono essere ormeggiati di prua perché ostacolano l’uscita delle navi militari, nessuno può contrastarli. Il problema risiede nel fatto che carte e studi tecnici alla mano, quanto sostiene la Marina non sussiste: una nave militare è lunga 140 metri circa, proprio quanto le navi traghetto che hanno frequentato negli anni scorsi il porto interno, verso le quali la Capitaneria non ha mai posto prescrizioni. E’ stato stabilito che è necessario riservare un passaggio di 80 metri alle imbarcazioni, ma tra un mega yacht di 70 metri ormeggiato di prua e la banchina resta molto di più degli 80 metri prescritti; tra l’altro non ci sono più neppure le boe. Appare quindi inconcepibile la chiusura della Marina, la quale limita lo sviluppo di tutto il porto: basti pensare al Castello Svevo e all’Area ex Pol, dove non ci consentono di usufruire del passaggio unico doganale.
Ritornando al Lungomare, poi, è consentito solo l’ormeggio di prua per imbarcazioni di 40 metri, compreso il corpo morto: alla fine, quindi, parliamo di imbarcazioni che al netto possono essere lunghe soli 20 metri. Questo costituisce un vero tappo per lo sviluppo del porto interno, perché se ci fosse concesso di ormeggiare gli yacht di prua avremmo lo spazio per accogliere anche le imbarcazioni da diporto, proprio come avviene nei giorni della Brindisi – Corfù. La nostra banchina, tra l’altro, è l’unica in Puglia che è attrezzata per accogliere maxi yacht in pieno centro.
Spero pertanto che i lavori di consolidamento della banchina che verranno effettuati a breve possano consentire di riaprire una discussione sulla esigenza insopprimibile di eliminare tali legacci”.
Anche il Seno di Levante potrebbe essere asservito al diportismo…
“Assolutamente si, soprattutto adesso che le navi traghetto sono state spostate su Costa Morena. Tra l’altro le nuove normative antiterrorismo non permettono più di portare le navi extra schengen nel porto interno, così come è impensabile l’idea di movimentare 150 camion in quell’area: negli anni ’80 i traghetti ospitavano soli 20 camion e questo consentiva la gestione del traffico all’interno della città.
Ritengo quindi che anche il Seno di Levante debba ospitare le imbarcazioni da diporto, perché questo genererebbe maggiore ricchezza”.
Quali istanze state portando avanti come OPS?
“In questo momento stiamo focalizzando la nostra attenzione sulle tariffe e sulla competitività del porto. La tariffa imposta per il conferimento dei rifiuti prodotti dalle navi è tra le più alte d’Italia e questo scoraggia gli armatori; abbiamo addirittura perso una nave da crociera per questo motivo. Dobbiamo lavorare affinché venga modificata al ribasso tale tariffa”.
Come finirà la vicenda della concessione del piazzale (appena ristrutturato) di Costa Morena per le operazioni di stoccaggio dei tubi del Tap?
“La concessione durerà probabilmente fino al 2019, con le intuibili conseguenze negative del caso per le attività che si sarebbero potute sviluppare su quell’area se solo la scelta del Commissario Valente fosse stata concertata con tutte le parti.
In un primo momento avevamo presentato opposizione formale all’autorizzazione, dopodiché abbiamo scoperto che per tale attività si era offerto il porto di Durazzo e non ce la siamo sentita di far perdere tale lavoro alla Peyrani, azienda che si occuperà dello stoccaggio e che fa parte della nostra associazione”.
Come andrà a finire con Grimaldi?
“Non parlo come Presidente dell’OPS in questo caso, ma solo a titolo personale: sono contento che non abbiamo ceduto alla richiesta di monopolio avanzata da Grimaldi; i fatti ci stanno dando ragione. L’arrivo della Vasternik, a riprova di ciò, ha portato un incremento del traffico pari a 100.000 unità”.
La proposta di Grimaldi, che richiedeva in concessione tre banchine, potrà quindi essere ridiscussa solo qualora dovessero vedere la luce i nuovi accosti di S.Apollinare?
“Esattamente così. In quel caso bisognerà comunque valutare la volontà della società di investire risorse”.
Andrea Pezzuto Redazione |
Parole poche e chiare. Senza politichese. Ora speriamo solo che il sig. Titi non si “butti” (in ogni senso) in politica. Se no i programmi e i propositi finirebbero nel tritatutto degli accordi sottobanco e dei ricatti politici.