“Terra Alta” di Javier Cercas

Terra Alta, nella provincia di Tarragona, è il nome di una delle quarantuno comarche della Catalogna: terra aspra, sferzata da venti forti, inospitale e povera; regione di contrade silenziose e borghi dove ogni cosa pare immobile; luogo irrimediabilmente segnato dal sangue sparso lungo le rive del fiume Ebro durante la più terribile battaglia della guerra civile spagnola, «in cui rimangono soltanto quelli che non hanno altra scelta che rimanere, quelli che non hanno un altro posto dove andare. Una terra di perdenti». È dunque qui, nello scenario fisso di un tempo fermo, che Javier Cercas immagina si consumi l’efferato delitto cui i Mossos d’Esquadra (i poliziotti del corpo regionale catalano) sono chiamati a dare un senso: i coniugi Adell, proprietari dell’azienda più importante della zona, vengono trovati morti nella loro tenuta, torturati e assassinati brutalmente insieme alla loro domestica. Se l’indagine viene presto chiusa per l’assenza del benché minimo appiglio in grado di spiegare l’atroce assassinio, il giovane poliziotto Melchor Marìn sceglie di percorrere solitario i sentieri di un’indagine che non è disposto ad archiviare. Perché nella sua vita Melchor ha già dovuto suo malgrado arrendersi all’insondabilità delle ragioni che determinano la morte di chi ami, e non vuole farlo ancora. Il nuovo romanzo di Cercas (autore, sempre per l’editore Guanda, di Soldati di Salamina e Anatomia di un istante fra gli altri, alle prese stavolta con un giallo – il primo di una tetralogia) dispiega in parallelo il racconto di un’investigazione che arranca tra reticenze e irregolarità procedurali, da una parte, e lo svelamento di un passato (quello di Melchor) sin troppo chiaro quanto a dolore, errori, sconfitte. Eppure anche a questo eroe imperfetto spetta una rinascita: i libri determineranno la sua crescita, il confronto con la parola scritta sonderà le pieghe molteplici dell’idea di giustizia, nel suo essere tanto drammaticamente scissa tra natura e forma, tra intimo e pubblico. Terra Alta è un libro che ne contiene molti altri, con I miserabili di Victor Hugo a dettare il passo ad una vita che si evolve tra frustrazioni e rivalsa, e anche La vita, istruzioni per l’uso di Georges Perec a rammentare quale disegno sorprendente possa nascondersi dietro il mondo, dentro il vivere con le sue inestricabili incoerenze.

Diana A. Politano

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