BRINDISI – Noi di Newspam.it avevamo già snocciolato, nel pezzo del 4 dicembre scorso (https://www.newspam.it/cultura-e-sport-cara-brindisima-quanto-ci-costi), la questione relativa ai costi dei ticket sportivi e quelli per la cultura. Vi avevamo fornito dettagliatamente cifra per cifra, euro per euro, quanto le società sportive e quelle culturali siano costrette a versare nelle casse comunali per i loro eventi. Somme da capogiro che sono aumentate del 100% nella precedente gestione commissariale.

Sport, oneri ed onori. Fare sport non è facile, dunque. Non a Brindisi. Ma dovrebbe esserlo. Perché lo sport, amatoriale, dilettantistico o professionistico che sia è un toccasana per il corpo, per la mente, ma è anche un momento di aggregazione che potrebbe far rifiatare (e rifiorire) il territorio. Nello specifico, Brindisi vanta diverse realtà sportive: dall’Enel Basket, alla Volley 80, passando per l’Enel La Rosa ed il Tennistavolo Brindisi, fino a karate, taekwondo e pugilato (ci scusiamo se, per sbaglio, ne abbiamo saltata qualcuna, ndr).

Si tratta di realtà affermate, ma che, se davvero dovesse andare in porto il fulminante aumento dei ticket sportivi, sarebbero costrette a venir meno, in alcuni casi, addirittura, chiudendo i battenti. E’ davvero questo che Brindisi vuole?

Ad onor del vero, il tutto non è imputabile certamente alla nuova amministrazione, la quale ha ereditato una situazione economica a dir poco imbarazzante, frutto di una scellerata gestione della precedente. Ma anche il commissario prefettizio Cesare Castelli ha le sue colpe, avendo aumentato del 100% i ticket per le società sportive brindisine.

Sulla questione, abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente della Volley 80 (ora chiamata Brindisi-San Vito Volley), Massimiliano Oggiano, il quale comprende l’esigenza comunale di far quadrare il bilancio, ma cerca anche soluzioni costruttive: “Fin quando non c’è certezza dell’aumento – ha detto Oggiano – c’è poco da dire, ma se ciò si dovesse verificare, sarebbe una iattura per lo sport cittadino. Certamente, paghiamo tariffe aumentate dal commissario Castelli, che sono pari al 100%. Noi, al PalaMelfi paghiamo 96 euro a settimana per le sedute di allenamento: quasi 400 euro al mese. Siamo arrivati persino a pagare 150 euro per un partita e questo è assurdo. Inoltre, dopo l’Enel Basket, siamo la seconda realtà cittadina, e facciamo trasferte costosissime, perché militiamo in serie B/2. E’ chiaro – ha continuato – che le nostre risorse sono risicate ed è tutto più complicato. Infatti, per questo motivo abbiamo avuto l’esigenza di fonderci con il San Vito e facciamo due sedute di allenamento qui e due da loro. Con l’aumento che la giunta Carluccio apporrebbe, arriveremmo a pagare 700 euro al mese, solo per allenarci. Molte società, se ciò si verificasse, sarebbero costrette a spostarsi in altri paesi limitrofi. Ma anche i bambini sarebbero costretti a dire ‘addio’ al loro sport preferito (basket, volley o qualunque esso sia), perché una società non potrebbe sostenere i costi del mini-volley, ad esempio, e, quindi, sarebbero le famiglie a pagare e spesso non è possibile”.

Lo stesso Oggiano, poi, nel corso di una riunione di qualche mese fa, aveva anche proposto una soluzione: “Capisco che vi sia la necessità di far risanare le casse comunali, ma ci sono altre vie, anzichè tassare – ha spiegato il presidente della Volley 80 – credo che l’Ente debba far valere la propria autorità e cercare di interloquire con gruppi finanziari del territorio. C’è la necessità di far intervenire imprenditori locali”.

L’attenzione di Oggiano si sposta anche sul colosso Enel: “Questi imprenditori – ha concluso – finanziano, giustamente, il basket. Ma anche realtà oggettivamente minori, quali Tennistavolo, rugby e ginnastica. Noi, pur essendo la seconda realtà sportiva brindisina, siamo penalizzati. Ci sono in ballo troppi accordi politici, che molto spesso è difficile fronteggiare”.

Ergo, il dato non è stato ancora tratto e si spera che mai lo sarà. Ciò, non solo per tutte le bellissime realtà sportive locali, ma anche per la città stessa. Una città sempre più vittima della mala politica, che l’ha vista affondare assieme a chi avrebbe dovuto salvarla. Perdendo lo sport, Brindisi perderebbe risonanza e prestigio e cadrebbe ancor più in quel dimenticatoio nel quale nessuno si augura finisca. Ribadiamo, l’attuale amministrazione non è la principale ‘colpevole’ per il color rosso di cui si tingono le casse comunali, ma ha il dovere di ascoltare le proposte che le vengono fatte, prima di tassare i cittadini, già abbondantemente alla canna del gas.

Tommaso Lamarina
Redazione

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