A partire da oggi, 16 aprile, a Torre Guaceto sarà vietato pescare. Il blocco avrà durata di un mese e l’obbiettivo che il Consorzio si prefigge di raggiungere con questa misura è una più stringente tutela della fauna ittica. Per la prima volta sarà fermata anche l’attività amatoriale da terra.
Come è noto, la politica di gestione della pesca attuata a Torre Guaceto prevede un protocollo puntuale che supera la regolamentazione nazionale sul fronte della tutela delle risorse marine.
In mare, possono operare solo in zona C, l’area più esterna dell’Area Marina Protetta, esclusivamente i pescatori professionali residenti nei comuni di pertinenza, Brindisi e Carovigno, con reti da posta a maglia larga e una volta a settimana, previa autorizzazione dell’ente.
Da terra, possono pescare con canna i pescatori ricreativi, nel periodo che va da settembre a maggio, solo in zona C, per un massimo di 5 chili di catture, e, come da prassi, solo con regolare autorizzazione dell’ente.
La vera novità introdotta con questo blocco pesca è lo stop imposto all’attività ricreativa, è la prima volta che il Consorzio allarga il fermo a questa tipologia di cattura. Le ragioni della decisione sono da ricondurre alla necessità di proteggere il maggior numero possibile di specie marine, poiché, quelle suscettibili a cattura a riva sono ben diverse rispetto a quelle che invece popolano il mare a largo.
Nel dettaglio, in questo periodo si stanno preparando alla riproduzione la triglia di scoglio e il sarago maggiore, la prima specie è oggetto di cattura da parte dei pescatori in mare, la seconda viene pescata anche dagli hobbisti.
In questo periodo di blocco, i pesci adulti avranno modo di riprodursi e di conseguenza aumenterà notevolmente la popolazione ittica della riserva e non solo.
I dati scientifici dimostrano, infatti, che le larve che nascono a Torre Guaceto, grazie alle correnti marine discendenti che caratterizzano questo tratto di costa, si disperdono per tutto il Salento, sino ad arrivare al mar Ionio.
Perciò, quel che è certo è che lo stop alla pesca permetterà di ripopolare un vasto tratto di mare, poi, da qui a un anno, i frutti dati dall’azione saranno ben visibili e rilevabili dalle operazioni di monitoraggio scientifico condotte dal Consorzio in collaborazione con il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare.
“Proteggere l’ambiente e gli animali è la nostra prerogativa – ha commentato il presidente del Consorzio, Corrado Tarantino -, e siamo fiduciosi che con questa azione di blocco pesca permetteremo alla fauna ittica di riprodursi in abbondanza. Solo un aspetto del blocco ci spaventa, il rischio che in questo periodo aumentino i tentativi di pesca di frodo. Per questo motivo facciamo appello agli uomini della guardia costiera e della guardia di finanza affinché venga incrementata l’azione di controllo che esercitano sulla riserva. Siamo certi che la nostra richiesta non cadrà nel vuoto, vista l’attenzione che da sempre le forze dell’Ordine dedicano alla riserva aiutandoci a proteggerla”.