Nella giornata di sabato 8 gennaio 2022 son stati trovati senza vita due dei nostri fratelli, per le condizioni di degrado ed estremo disagio in cui vivevano. L’uno, di nazionalità ghanese, è deceduto nel sonno, l’altro, originario della Guinea, è deceduto a seguito di un malore avvertito mentre lavorava nei campi. Entrambi uccisi da un malore ma anche dall’emarginazione nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 Dicembre. A distanza di soli tre giorni si è appreso del suicidio nel carcere di Brindisi di un cittadino marocchino, arrestato il giorno prima.
Il nostro pensiero non può che essere rivolto alla figlia quattordicenne dell’uomo ghanese e alla moglie e ai cinque figli, di varie età, di Saidou Toure. La sua morte in particolare riporta alla mente la vicenda di Camara Fantamadi. Entrambi partiti una mattina in bicicletta, l’uno sotto il sole cocente e l’altro sotto la pioggia battente, entrambi colti da un malore mentre lavoravano in campagna e morti di lì a poco per cause mai accertate.
Perché, a fronte di un malore, nessuno ha chiamato il 118? Perché si lavorava in campagna con condizioni metereologiche così avverse? Si può morire in carcere a poco più di 20 anni?
Situazioni inaccettabili, rese ancora più dolorose dal non poter conoscere le ragioni delle morti, in assenza di indagini più approfondite. La sepoltura di “2PAC”- Inoly Kusey del Ghana e di Toure Saidou della Guinea, decise senza un’autopsia, infatti, ha sorpreso non poco, considerando che entrambi, morti per malore non meglio accertato, avevano avuto contatti con altre persone.
Chi è responsabile per tutte le persone che muoiono in condizioni così disperate e inumane, nei campi senza contratto di lavoro o in casolari di fortuna perché, pur avendo un regolare contratto di lavoro, viene loro negata la possibilità di affittare un’abitazione dignitosa? Quanto valgono queste vite?
La Comunità Africana scende in piazza Sabato 22 Gennaio con le associazioni, le organizzazioni, le volontarie e i volontari, le militanti e i militanti, tutte e tutti insieme per rilanciare, nuovamente e con la forza che il caso richiede, un appello accorato alle istituzioni, alla società civile, ma anche, in particolar modo, ai sindacati, chiedendo interventi e soluzioni concrete adatte al superamento dello stato di emarginazione, da cui a queste vite non viene data la possibilità di riscattarsi.
CHIEDIAMO TUTTE E TUTTI INSIEME MAGGIORE RISPETTO, MAGGIORE SICUREZZA SUL LAVORO, E CONDIZIONI DI VITA DIGNITOSE PER TUTTE LE PERSONE SENZA DISTINZIONI E DISCRIMINAZIONI.
La Comunità africana della provincia di Brindisi con: Forum per cambiare l’ordine delle cose della provincia di Brindisi, Anpi Brindisi, Coop. Soc. Solerin Brindisi, associazione Migrantes Brindisi, Compagni di Strada Brindisi, Libera Brindisi, associazione venti & venti brindisi, cgil brindisi, Cisl Brindisi, Cobas Brindisi, Voci della Terra a.p.s., Community hub Brindisi, Arci Brindisi, Rifondazione Comunista Brindisi, Collettiva Tfq Brindisi, Possibile, Lega Braccianti – Aboubakar Soumahoro, Usb braccianti, Libera Ostuni, Casa del Popolo Torre Santa Susanna, Casa del Popolo Lecce, Potere al Popolo Lecce, Coordinamento interprovinciale le-br per la tutela dei lavoratori in agricoltura, Digiuno di giustizia Bari, Gruppo educhiamoci alla pace o.d.v. Bari, Sentinelli del Salento, Lea–liberamente e apertamente, Comitato per la pace Bari Uciimi Ostuni