Dopo questo ulteriore contagio nel reparto di Neurochirurgia, reparto definito no COVID siamo costretti, nostro malgrado, a denunciare l’assenza della figura deputata a coordinare e gestire il Servizio di Prevenzione e Protezione che, si ricorda, ha il compito di individuare i fattori di rischio, analizzarli all’interno del DVR ed elaborare tutte le misure adatte a mantenere gli ambienti di lavoro in linea con i dettami della vigente normativa nel settore della sicurezza sul lavoro, l’RSPP.
PREVENIRE il rischio contagio è il mantra di chi opera all’interno delle strutture sanitarie.
Il paziente deve essere trattato come potenzialmente untore e il personale che opera nelle strutture sanitarie deve essere messo nelle condizioni di poter osservare i protocolli operativi, ove questi esistano e siano messi a conoscenza del personale sanitario, medico e non medico.
Consapevoli che le indicazioni che pervengono dall’assessorato alle politiche della salute della regione puglia vadano in un’altra direzione, si è convinti che l’azione di screening soprattutto attraverso le indagini sierologiche e/o test veloci (siamo consapevoli che l’attendibilità non sia testata al 100%), debbano interessare l’intera popolazione e dei professionisti sanitari, con verifica settimanale a “partita doppia”.
Considerando che oggi tutta la struttura sanitaria è esposta ad alto rischio, il paziente che arriva per cure urgenti, non avendo modo di poter verificare la sua positività, deve essere trattato come soggetto a rischio pertanto l’operatore che interviene deve avere le protezioni individuali idonee, se si continua sempre ad avere DPI non idonei come ad esempio le mascherine chirurgiche, ci troveremo domani ad avere altro personale contagiato.
Bene è, che la ASL si stia attrezzando per effettuare Test rapidi ma purtroppo, anche con questa soluzione non essendo un test certo, c’è sempre il 50% delle possibilità che lo stesso sia un falso negativo o un falso positivo.
Quindi, chiediamo al Direttore Generale, di porre rimedio alla situazione attuale rimuovendo dall’incarico l’RSPP (fino ad ora sconosciuto alle Scriventi) rimodulando i protocolli operativi e le discendenti azioni di tutela della salute del personale tutto, anche quello di chi collabora a stretto contatto con i colleghi della Asl, gli operatori di Sanitaservice.
Siamo sicuri che con le adeguate misure di sicurezza la stragrande maggioranza delle infezioni avvenute all’interno del nosocomio principale della provincia, il Perrino, si sarebbero potute evitare.
UIL FPL Facecchia
CISL FP Gemma