È una situazione per certi versi paradossale. Siamo in presenza di una crisi di governo mai formalmente aperta, ma che ha tutte le caratteristiche per essere definita tale. Hanno sdoganato un nuovo tipo di crisi: una crisi a futura memoria.
Il tormentone è quello solito, declinato a giorni alterni. Nei giorni dispari : Presidente stai sereno; nei giorni pari : il Conte 2 è finito, bisogna andare oltre, ritiro i nostri ministri, una diversa maggioranza di governo c’è in parlamento, il nuovo presidente del consiglio anche. Ci vediamo in parlamento.
Un avviso anticipato di sfratto indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri formalizzato alla grande, come è nella tradizione della vecchia politica, con le televisioni, la stampa e non invece, come credo debba avvenire nella sede propria, quella istituzionale del parlamento, dove queste vicende devono essere immediatamente affrontate e discusse pubblicamente nelle loro implicazioni, che non riguardano fatti privati, ma fatti pubblici importanti, che non possono ignorati o sottovalutati.
Bisogna aggiungere, ma forse sottolineare, che la buona politica insegna, che dimissioni si danno o non si danno, il ritiro dei ministri dalla compagine di governo si fa o non si fa, non si preannunciano, altrimenti si corre il rischio di barare.
Forse diventa un tantino stravagante, se addirittura si preannunciano con settimane di anticipo.
Ma mi chiedo, nel frattempo che si fa? Che fa un Ministro della formazione politica dissidente, che sta con un piede dentro e uno fuori? Rimane per allungare il brodo? Per tirare a campare? Per rimanere agganciato alla poltrona? Con quale autorevolezza, considerato che il capo dell’organizzazione politica cui fa riferimento sta già organizzando il suo trasloco?
Dal punto di vista formale niente è accaduto. Però non si può fare finta che niente, anche perché i cittadini hanno il diritto di sapere quello che accade nei palazzi, le prospettive future del nostro paese ed essere informati sui reali e non fumosi motivi di questo persistente dissenso.
In realtà, siamo in presenza di una crisi, che si è manifestata precocemente, all’indomani della costituzione del Governo.
E’ accaduto, infatti, che quello stesso partito e il suo capo politico, dopo aver ostentato al momento della sua formazione la competenza, l’affidabilità e le capacità del Presidente del consiglio, ma anche i contenuti di novità del programma di questa maggioranza e di discontinuità rispetto ai disastrosi anni precedenti, hanno inteso interpretare la loro appartanenza alla maggioranza esclusivamente dal punto di vista numerico e non politico , nel modo ritenuto più utile e opportuno per il proprio partito.
Interessati quasi esclusivamente al giochetto dei dispetti, delle dissociazioni su tutto e sui tutti, delle latitanze su questioni importanti per il paese, alla critica continua anche per mezzo della stampa internazionale , gettando discredito sulla affidabilità e capacità della nostra rappresentanza a livello internazionale.
Su quanto sta accadendo credo si debba concentrare la riflessione dei cittadini, sul livello di adeguatezza, di responsabilità ed affidabilità di chi, in una situazione di grave emergenza per il paese determinata dalla pandemia dilagante, della urgenza delle vaccinazioni, della crisi economica devastante, dalla stato di sofferenza dei lavoratori, dal livello di disoccupazione, della crisi delle aziende, dell’artigianato, del commercio, dei professionisti, invece di fare quadrato con gli esponenti della nmaggioranza per risolvere i problemi, spinge il paese verso il baratro della crisi, con lo spettro delle elezioni politiche, che potrebbero procurare effetti disastrosi.
Su questo si deve ragionare e porre rimedio, se non si vuole alimentare ulteriormente il clima di sfiducia e di distacco della gente dalla politica, a causa della inefficienza e opacità dell’attività di molti politici, del tutto incapaci di cogliere la forte richiesta di cambiamento che proviene dai cittadini, con una risposta nuova, dirompente, finalizzata alla tutela effettiva degli interessi del paese e dei cittadini, per riportare fra la gente il senso sociale e l’indispensabilità della politica e dei politici.
Credo che la questione debba concludersi ora, non si possono tenere in sospeso questioni di una simile rilevanza, così importanti.
Se c’è la voglia e una maggioranza, si vada avanti, sulla base di programmi concreti, senza condizionamenti o ricatti di sorta. Altrimenti, recuperando la dignità del ruolo e dell’impegno, si prenda la decisione di liberare il paese dall’agonia del tormentone delle dimissioni a futura memoria. Si solleverebbe quella formazione politica dal sacrificio a cui si è votata procrastinando le dimissioni, ma, nel contempo, si proteggerebbe il paese dalle dinamiche distruttuive messe giornalmente in atto e da tutti quei pericoli e danni a cui sarebbe esposta a causa dal perdurare di questa situazione di incertezza.
Anche perchè qualsiasi rassicurazione a non preoccuparsi, a stare sereno, che tutto può tranquillamente proseguire fino al 2023, come dimostrato in passato, non avrebbero alcun valore. Servirebbe solo a quel partito a stare costantemente sui giornali, sulle televisioni per soddisfare il proprio ego smisurato.
Tutto comunque sarebbe meglio, della situazione attuale.
Vincenzo Albano
Brindisi, 5 gennaio 2021