Ci siamo. Con due settimane di anticipo e’ iniziata la vendemmia. Quella necessaria per le basi spumanti e delle uve precoci, innanzitutto quelle bianche. Anche a Tenute Lu Spada abbiamo iniziato la vendemmia delle nostre uve bianche, il minutolo e il vermentino e a seguire quelle rosse del Negroamaro e del Susumaniello per i nostri rosati.
Dopo l’annus horribilis del 2023, con i vigneti devastati dalla peronospora, si stima che la produzione farà registrare un aumento rispetto all’anno scorso,ma non siamo ancora ai livelli degli anni precedenti. Il cambiamento climatico si sente sull’uomo ma soprattutto sulla natura e sulle piante. Le vigne sono state e sono un sensore molto sensibile di questi cambiamenti. Se curate bene sono molto capaci all’adattamento dei cambiamenti. Soprattutto se bisogna combattere la siccità. I nostri vecchi vigneti condotti a cespuglio (alberello pugliese), prima del sopravvento delle spalliere, erano piantati, condotti e coltivati per difendersi dalla mancanza di acqua e dalla siccità. Ma oggi di vigneti ad alberello ne sono rimasti pochi e comunque il ritorno al passato non sarebbe possibile e neanche sufficiente. Sono necessarie e utili le innovazioni oltre che nelle pratiche di conduzione e coltivazione anche nella caratteristica dei vitigni e dei relativi porta innesti. La ricerca è fondamentale e il rapporto con il sistema universitario nazionale e internazionale dovrebbe essere di supporto non tante alle singole aziende ma a tutti i territori vitivinicoli. Le politiche nazionali e regionali del settore oltreché intervenire sui disciplinari per le rese e quindi sulle quantità e capacità produttive dovrebbero mettere a disposizione risorse per la ricerca e la innovazione. Così come i consorzi di tutela e valorizzazione delle doc e igp sono da ripensarsi per contribuire a sostenere servizi adeguati alle aziende e alle loro produzioni e ben oltre le “marchette promozionali”.
La vendemmia, dicevo, e’ iniziata in anticipo e osservando i primi tagli e l’evoluzione della maturazione si può affermare che le rese produttive saranno inferiori non solo all’anno scorso ma anche molto aldisotto della media degli anni precedenti e come tali molto sotto gli stessi limiti quantitativi indicati nell’ultima delibera regionale del 9 agosto sulla crisi strutturale del settore vitivinicolo e relativi alla riduzione delle rese per ettaro dei vini igp rossi.
La resa sarà un po’ inferiore alla norma perché l’uva è stata stressata dal caldo, ma se tutto va bene e non si verificano eventi meteo estremi, avremo una buona vendemmia anche se a costi ancora elevati.E su questi costi pesano quelli dell’anno scorso oltreché quelli della mancata produzione che in provincia dì Brindisi è stata di oltre il 50%. Situazione questa che ha costretto prima la regione e poi il governo a decidere provvedimenti eccezionali a sostegno delle imprese. Provvedimenti soprattutto quelli rivolti al sistema bancario per alleviare i costi per l’annata horribilis 2023 che hanno causato esposizioni e ulteriori sofferenze finanziarie. Ma questi provvedimenti le banche si stanno attardando a renderli operativi mentre avanzano i costi della nuova annata. Sarebbe necessaria una denuncia collettiva promossa dalle associazioni di settore e dalle imprese interessate nei confronti delle inadempienze di quelle banche che non hanno ancora adempiuto a quanto previsto dal Dl agricoltura per la moratoria dei debiti e per i finanziamenti delle imprese viticole. E non sarebbero da escludere azioni di risarcimento per gli ulteriori danni subiti per questo comportamento delle banche.
Tornando alla vendemmia 2024, avremo certamente un prodotto di qualità che molte volte è inversamente proporzionale alla quantità come può essere questo anno. Un prodotto che però soffre ancora per la contrazione del mercato estero: si stima una flessione tra l’1 e il 3%. I mercati di riferimento come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, l’export italiano del vino chiude il primo semestre con un calo del 4,3%.Si deve registrare inoltre una persistente stagnazione dei prezzi di mercato delle uve malgrado gli aumenti dei costi di gestione e nonostante cali di rese e di produzioni.
Adesso si pensi intanto a portare avanti una buona vendemmia, nonostante l’accelerazione imposta dal meteo. I produttori sanno che la botte piccola fa il vino buono.
Ma dopo questa vendemmia sarà più che necessario mettersi assieme, superando possibilmente le ipocrisie, gli individualismi e i narcisismi molto presenti nel settore, per affrontare e proporre politiche, strumenti, interventi coraggiosi, necessari per dare un futuro a quello che io chiamo i vini del cambiamento (climatico, di mercato, di gusto) e tenendo conto dell’iniziativa salutista contro il vino presente in alcuni ambienti europei e non solo.
Non tutto sarà come prima anche per la quantità e la qualità dei vini dei nostri territori, per il negroamaro e per il primitivo soprattutto.
Carmine Dipietrangelo
Amministratore unico
Tenute Lu Spada