Versalis Brindisi: incertezza sul futuro dell’impianto di Cracking tra riconversione e possibile chiusura

L’impianto di cracking di Versalis a Brindisi, uno dei più grandi d’Italia, potrebbe presto chiudere, alimentando preoccupazioni tra lavoratori e sindacati. L’indiscrezione ha iniziato a circolare in vista della presentazione del nuovo piano industriale della società, prevista per il 24 ottobre. Mentre la direzione aziendale non conferma né smentisce la possibile chiusura, ha dichiarato che è in corso la finalizzazione di un piano di rilancio orientato alla trasformazione delle attività chimiche, con un forte accento sulla decarbonizzazione.

Il sito industriale, situato nel polo petrolchimico brindisino, è attualmente utilizzato per la trasformazione della virgin-nafta in etilene e propilene, materie prime cruciali nella produzione delle plastiche. Oltre al cracking, l’area ospita anche impianti per la produzione di polietilene e butadiene, coprendo un’area complessiva di circa 4,6 milioni di metri quadri. Attivo dal 1960, quando fu inaugurato da Montedison, il polo è passato sotto la gestione di Eni negli anni ’80 e da allora ha subito numerosi interventi di bonifica e cambi di proprietà.

Il settore della chimica di base a Brindisi sta attraversando una fase di profonda crisi da diversi anni. La situazione è peggiorata con la chiusura, da parte di Basell, dell’impianto P9T, evento che ha alimentato timori di un possibile effetto domino sull’intera filiera industriale locale, strettamente legata alle attività di Versalis.

Alla vigilia della presentazione del piano industriale, si terrà un tavolo tecnico il 23 ottobre, richiesto dai sindacati, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per discutere il futuro dell’impianto e le prospettive di tutela occupazionale.

Nel frattempo, si fa sempre più concreta l’ipotesi di una chiusura temporanea dell’impianto, seguita da una possibile riconversione delle attività, prendendo esempio dall’esperienza di Mantova. Qui, Versalis ha avviato un progetto pilota per il riciclo chimico delle plastiche miste, con la tecnologia Hoop, che permette di trasformare i rifiuti plastici in nuovi polimeri vergini. Questo progetto, sviluppato in collaborazione con la società italiana di ingegneria SRS e sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito dell’Innovation Fund, potrebbe essere replicato a Brindisi se i risultati del progetto mantovano si dimostrassero soddisfacenti.

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