Prende il via oggi la spedizione archeologica subacquea nell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto a opera di un gruppo di ricercatori della Landesamt für Denkmalpflege und Archäologie Sachsen-Anhalt di Halle, della soprintendenza archeologica tedesca e quella di Brindisi, Lecce e Taranto.
L’attività ha lo scopo di trovare il collegamento mancante con il Disco di Nebra, un manufatto in bronzo decorato con applicazioni in lamina d’oro che compongono la più antica raffigurazione nota del cielo.
Rinvenuto nel 1999 da clandestini tra i boschi del Mittelberg, dove era stato deposto, probabilmente, attorno al 1600 avanti Cristo, insieme ad armi ed ornamenti in bronzo, questa è un’opera dallo straordinario valore storico ed archeologico.
“La missione prende il via nelle acque della Riserva sulle cui coste sono presenti due insediamenti protostorici fortificati, Torre Guaceto e scogli di Apani – ha spiegato l’archeologo del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e specialista per gli studi sull’età del Bronzo in Puglia, Rino Scarano -, realizzando una mappatura completa dei fondali attorno ad essi”.
Questa attività di ricerca è nata nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale appena siglato tra i due uffici di soprintendenza, con il sostegno del Consorzio di Torre Guaceto e quello del Comune di Melendugno, nel territorio di pertinenza del quale il team si sposterà nei prossimi giorni.
Lo sponsor tecnologico del progetto è Atlas Elektronik GmbH di Brema, in collaborazione con il Cetma di Mesagne.
“La soprintendenza con il Consorzio di Torre Guaceto e l’Amministrazione comunale di Melendugno guidano, da qualche tempo, un rinnovato fermento culturale in questi luoghi – ha sottolineato la soprintendente Maria Piccarreta -, Grazie a questa ricerca l’attenzione si concentrerà in particolare sul ricco patrimonio subacqueo prospiciente Torre Guaceto e Roca Vecchia. La ricognizione eseguita con i colleghi tedeschi ci permetterà di svelare qualche mistero su queste affascinanti vicende che legano sorprendentemente il nostro Salento alla Germania, dove si trova oggi il disco”.
“Si cerca il collegamento mancante – ha dichiarato il titolare della cattedra di archeologia preistorica presso la Martin-Luther Universität di Halle-Wittenberg, François Bertemes -, Sappiamo che le origini delle immagini, la rappresentazione dei fenomeni astronomici, sul disco del cielo di Nebra sono in Egitto e in Mesopotamia. Ma non sappiamo concretamente in che modo questa informazione è arrivata in Europa settentrionale”.
Questo è ciò che la missione di ricerca sta cercando di ricostruire. In queste ore, la ricerca a Torre Guaceto si sta svolgendo con il SeaCat, un modernissimo veicolo autonomo sottomarino progettato e messo a disposizione da Atlas Elektronik.
“Torre Guaceto ed il suo immenso patrimonio naturalistico ed archeologico non smettono di stupirci – ha commentato il presidente del Consorzio, Corrado Tarantino -, siamo orgogliosi di far parte della cordata che ha dato vita a questa missione. Attendiamo i risultati della ricerca e, come sempre, lavoriamo tutti uniti per la tutela di Torre Guaceto in tutte le sue parti e la sua promozione”.
Il video https://youtu.be/8gEGsNmu-to