BRINDISI – Torna in auge il caso Xylella, del quale si conoscono solo le ombre, a discapito delle luci.
Secondo l’on. Nicola Ciracì dei Conservatori e Riformisti, la Regione ha operato velocemente in agro di Ostuni, mentre rimarrebbe indifferente per la lascia sud.
Riceviamo e pubblichiamo la nota ufficiale di Ciracì.
“Appare del tutto fuori luogo e sospetta la celerità con cui le autorità regionali hanno ordinato la messa in sicurezza e l’abbattimento a Rosa Marina dell’olivo infetto e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 mt. Tanto da sembrare una mossa esclusivamente propagandistica. E perché questo abbattimento ‘carbonaro’ nel cuore della notte nascondendosi come i ladri? Cosa c’è da nascondere nell’applicazione della legge? E ancora: cosa hanno di diverso rispetto a Rosa Marina i nuovi focolai di Xylella a Francavilla Fontana ed Oria, ufficializzati ormai nel lontano agosto scorso, e per i quali solo un paio di settimane fa sono state estirpate le sole piante infette? Non è che Emiliano & Co danno ormai per spacciata e persa quella parte della provincia di Brindisi che non si trova nella zona cuscinetto? Oppure, nelle zone olivicole vere, quelle dove bisogna mettere mano al portafoglio per risarcire gli olivicoltori, le leggi della UE non valgono o non si applicano? Oppure i cento metri sono elastici? Quale è il criterio che la Regione vuole seguire? Altrimenti non si capisce tutta questa celebrazione per l’abbattimento di una singola pianta e di tutto quello che può ospitare il batterio in una località turistica, mentre gli olivi e gli impianti che costituiscono il pilastro dell’olivicoltura provinciale, garantendo lavoro e sostentamento a tante famiglie, possono continuare a rischiare di essere infettati. Anche nelle zone interne si muovono camion e macchine e si corre seriamente il rischio di propagare ulteriormente l’infezione. Ma, a quanto pare, la cosa non interessa o non fa notizia. E’ necessaria una maggiore coerenza nell’applicazione delle regole europee, per definizione uguali per tutti, così com’è urgente una maggiore celerità nell’esecuzione del monitoraggio, colpevolmente fermato da Emiliano per oltre un anno. La pubblicazione e la divulgazione dei risultati delle analisi sembrano affetti dalla sindrome della tartaruga, se non fosse che viene spontaneo pensare a un ritardo artificioso e finalizzato alla minimizzazione di una situazione sempre più insostenibile e che diventerà presto drammatica”.
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