Siedo sui banchi del Consiglio Comunale da meno di un anno. Ho riflettuto a lungo prima di accettare di candidarmi e ho deciso di fare questo passo impegnativo esclusivamente nella convinzione di poter essere utile ai miei concittadini, confortato in questo dal sostegno che mi è stato subito assicurato dalle professionalità presenti nel Partito in cui milito e dall’entusiasmo manifestato dai tanti giovani che hanno aderito alla Federazione Giovanile Repubblicana, di cui sono il responsabile. La circostanza che il nostro candidato Sindaco non sia stato premiato dagli elettori nel turno di ballottaggio non ha scalfito questa convinzione. Ritenevo, e ritengo!, che anche dai banchi dell’opposizione si possa dare un valido contributo alla crescita della città. Non si tratta di reclamare “strapuntini di sottogoverno” dopo aver perso le elezioni. Quanto, piuttosto, di non coltivare la logica del “tanto peggio, tanto meglio” che spesso anima chi è all’opposizione. E’ con questo spirito che nella giornata di ieri ho fatto protocollare una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale, e per conoscenza al Sindaco ed ai Presidenti di tutti i Gruppi Consiliari, affinché Egli si faccia promotore una apposita Conferenza dei Capigruppo con l’obiettivo di avviare una attività di marketing localizzativo e attrazione di investimenti che veda protagonisti tutti gli attori istituzionali presenti sul territorio unitamente alle forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale ed alle espressioni organizzate dei ceti produttivi e dei lavoratori.
Brindisi è ad un bivio.
Nel mentre è entrato irrimediabilmente in crisi il vecchio modello di sviluppo incentrato sulla presenza sul territorio di grandi gruppi industriali, non si sono ancora definiti diversi percorsi di sviluppo.
In attesa che le vocazioni turistica ed agricola della città trovino il modo di manifestarsi compiutamente bisogna saper cogliere tutte le altre opportunità che ci vengono offerte.
Intendo riferirmi, in particolare, all’inserimento di una larga fetta del territorio brindisino nella Zona Economica Speciale Adriatica.
Come è noto le Zone Economiche Speciali sono state istituite con il decreto “Resto al Sud” con l’obiettivo di superare ritardi ed inefficienze del sistema portuale e logistico e favorire l’insediamento di nuove attività produttive capaci di valorizzare le aree retro portuali, gli interporti e le piattaforme logistiche.
La Regione Puglia ha deciso di cogliere questa opportunità promuovendo la creazione di due differenti ZES, una di carattere interregionale, che ha il suo baricentro nel porto di Taranto, ed un’altra incentrata sul sistema dei porti del mare Adriatico, tra cui quello di Brindisi.
Attualmente è in corso di definizione il Piano strategico della ZES Adriatica i cui obiettivi dichiarati sono quelli di attirare investimenti di grandi gruppi nazionali od internazionali che consentano di assorbire la manodopera in uscita da settori in crisi o soggetti a pesanti ristrutturazioni, come nel caso del settore energetico del polo industriale di Brindisi, e rafforzare settori che già dispongono di una consistente base produttiva quali quello dell’agroalimentare, della logistica, della farmaceutica, della chimica e dell’aeronautica, variamente presenti nei poli della ZES Adriatica.
Altro obiettivo che si intende perseguire è quello di promuovere anche investimenti da parte delle piccole e medie imprese locali nei settori di riferimento dell’economia regionale quali l’agroalimentare, l’automotive, la meccanica, il packaging, l’ICT, i servizi, la grande distribuzione ed il turismo.
Presupposto fondamentale per il successo delle ZES è che tutti gli attori istituzionali facciano la loro parte, garantendo procedure di autorizzazioni rapide ed incentivi di carattere economico per le aziende che vengano ad insediarsi nei territori compresi nelle ZES.
Sarebbe, quindi, importante che anche l’Amministrazione Comunale adottasse un “kit localizzativo”, mettendo in campo strumenti utili ad attrarre nuovi investimenti quali, a solo titolo esemplificativo, l’esonero del pagamento delle tasse e dei tributi comunali per le nuove iniziative produttive rientranti nella ZES.
L’istituzione delle ZES, infatti, costituisce un’occasione irripetibile per il rilancio del settore produttivo brindisino e la valorizzazione dello scalo portuale.
Senza trascurare la circostanza che il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente stanziato risorse importanti per le iniziative imprenditoriali localizzate nel territorio di Brindisi, ripristinando il regime di aiuti di cui alla Legge 181/1989.
Questi incentivi vanno ad aggiungersi agli strumenti già esistenti in Puglia a sostegno delle nuove iniziative produttive od il rafforzamento di quelle esistenti quali i Contratti di programma, i PIA e gli aiuti previsti dal Bando Titolo II – Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese.
Lo stesso “reddito di cittadinanza”, se ben gestito, può costituire un incentivo per le imprese ad ampliare la propria base produttiva ed occupazionale andandosi ad assommare alle agevolazioni di carattere fiscale e previdenziale già previste a beneficio delle imprese che effettuano assunzioni nelle Regioni meridionali.
Vi sono, quindi, tutti i presupposti per mettere in campo una azione di rilancio del nostro tessuto produttivo, favorendo lo sviluppo e l’occupazione.
E’ necessario, però, che si mettano da parte polemiche e sterili contrapposizioni e che tutti gli attori istituzionali e politici lavorino di concerto per non vanificare questa opportunità che viene data alla crescita del territorio ed al rilancio dell’economia e della occupazione.
In quest’ottica ho chiesto al Presidente del Consiglio di convocare una Conferenza dei Capigruppo su questo argomento per raccogliere da tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale proposte e suggerimenti e di avviare congiuntamente una fase di ascolto con le Associazioni imprenditoriali, gli Ordini professionali e le Organizzazioni Sindacali, eventualmente anche attraverso la convocazione di un apposito Consiglio Comunale “aperto”.
Il Comune deve diventare il motore dello sviluppo. Saperlo indirizzare e dirigerlo. Altrimenti ci troveremo sempre a discutere, e a dividerci, su progetti proposti da altri, magari del tutto estranei alle vocazioni del territorio o diretti a farci fare un “salto all’indietro” di cui la città non ha assolutamente bisogno.
Il Capogruppo PRI
Gabriele ANTONINO
Condivido la fervida esortazione del giovane consigliere comunale del PRI di ricercare l’accantonamento, fra forze istituzionali, politiche e sindacali operanti sul territorio, di inutili polemiche e contrapposizioni di ogni genere che costituiscono le vere ragioni del mancato capovolgimento dello stato di crisi dei numerosi settori produttivi che insistono sulla città. Per mera esplicitazione di pensiero, ritenendo di conoscere con sufficienza i soggetti diretti ed indiretti responsabili della gestione comunale, non posso non esprimere il forte dubbio della possibilità in merito alla realizzazione dei desiderata del suddetto consigliere che, ove consentito, forse farebbe cosa utile per la cittadinanza a continuare a seguire l’Amministrazione sul piano della osservanza dei regolamenti e trasparenza inerente la gestione finanziaria del Comune. Utile poteva essere, per esempio, nella occasione della obbligatoria tenuta conferenza dei capi gruppo consiliari propedeutica al decreto sindacale di nomina, per la fusione delle due società partecipate Energeko e Multiservizi, un primo atto di verifica finalizzata all’esortazione citata in premessa.
Brindisi, 01/02//2019 Franco Leoci