La Regione è pronta per la realizzazione del Piano Strategico delle Zes, ma per noi 30 chilometri quadrati non sono sufficienti, perchè siamo l’unica regione italiana insieme con la Sicilia, ad avere due porti Core, e cioè porti strategici nella rete trans europea”.
Lo ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Michele Mazzarano, a conclusione della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta oggi a Roma per discutere lo schema di Dpcm sulle Zes.
“Siamo favorevoli alla richiesta di procedere velocemente alla istituzioni delle Zone Economiche Speciali – ha continuato Mazzarano – così come abbiamo condiviso tutte le proposte e le integrazioni al Dpcm avanzate in sede di Conferenza Stato-Regioni. Tuttavia i criteri adottati dal governo per individuare la dimensione delle superfici delle aree da destinare a Zone Economiche Speciali rischiano di non soddisfare le attese della Puglia che dovrà dividere tra due porti gli stessi ettari ottenuti dalle altre Regioni con un solo porto. Per meglio comprendere le nostre ragioni, basti pensare che il solo sito industriale di Brindisi ha uno sviluppo costiero di 30 chilometri quadrati”.
Lo schema di Dpcm individua come criteri la superficie territoriale e la densità demografica regionale, senza tener conto di ulteriori fattori. Tali criteri non misurano, evidentemente, né la condizione di svantaggio competitivo della Regione interessata, né le sue potenzialità di sviluppo da associare alla istituzione di una ZES. Non si tiene invece conto del dato infrastrutturale complessivo in cui la Regione versa – centrale in ordine alla possibilità di connettere la Zes con gli sbocchi di mercato- né del tessuto economico locale, né, ancora, del livello di benessere, misurabile banalmente con gli stessi criteri adottati dalla UE (Pil procapite).
“Nel Dpcm non si tiene inoltre conto delle specificità della Puglia – ha aggiunto Mazzarano – che deve operare su un doppio versante: da un lato quello Adriatico che comprende un territorio vasto dal Salento al Gargano e due grandi porti come quello di Bari e quello di Brindisi; dall’altro quello ionico che dovrebbe farsi carico della vicina Regione Basilicata, con la quale probabilmente condividerà una ZES facente capo al Porto di Taranto.
“Appare necessario rivedere i criteri utilizzati – ha concluso Mazzarano – riconoscendo le specificità di ciascuna Regione e prevedendo criteri diversi per le Regioni che dispongono di due porti Core”.