FRANCAVILLA FONTANA – In politica, quanti difettano di memoria o, ancor peggio, prediligono le contumelie anziché il confronto ispirato dall’oggettività dei fatti, rischiano di beccarsi figuracce da sprovveduti; dunque non sono credibili e, in quanto tali,  destinano se stessi all’oblio. All’oblio politico, s’intende.

 A Francavilla Fontana, in particolare, è davvero patetico chi vuol prendere di mira postuma la maggioranza a trazione Partito Democratico che ha sostenuto fino allo scorso 27 novembre la Giunta municipale di Maurizio Bruno. Costui/costoro, attori  diretti o conto terzi declinano le loro visibilità, pretestuosità e contumelie come esercizio della propria esistenza in vita. Tant’è.

Come se ne esce? Nel solo modo possibile, cioè ribadendo la verità dei fatti e nel caso del Partito Democratico, riproponendo con grande responsabilità la propria candidatura ad amministrare nuovamente la città, dopo che una opposizione fritto-misto che ha spaziato dall’estrema sinistra fino alla destra, ha determinato il commissariamento di Palazzo Imperiali. La stessa fritto-misto nei giorni scorsi è intervenuta sui mezzi d’informazione quasi gridando alla vittoria (non si comprende bene di cosa!) rispetto all’atto di revoca decisa dal Commissario Prefettizio dott. Guido Aprea, della deliberazione di Consiglio comunale  (la n. 15 del 10 marzo 2017) successiva alla delibera di Giunta avvenuta cinque mesi prima in materia di “Indirizzi agli uffici per le norme tecniche di attuazione relativi al piano insediamenti produttivi”.

Questi i fatti: rivoluzionando le logiche di quel centrodestra che per circa venti anni avevano penalizzato il decollo economico ed occupazionale della città, così mancando scelte strategiche importanti e sia per dabbenaggine che ignavia venendo meno agli obblighi etici di una buona amministrazione, la Giunta Bruno fin dal suo insediamento pensò di smuovere la serie infinita di pratiche  per investimenti produttivi giacenti presso gli Uffici comunali, emettendo atti di indirizzo politico, come per Legge. Gli stessi orientamenti erano esplicitamente ispirati dalla produzione normativa esistente anche in materia di liberalizzazioni; ma si trovarono a fare i conti con le perplessità manifestate dagli Uffici.

Venne, allora, richiesta una consulenza giuridica che fu positiva nel senso che non sarebbe stato più legittimo respingere la possibilità di insediamenti produttivi nella Zona industriale della città ma, nonostante, ciò gli Uffici sollecitarono una deliberazione di Giunta (quella stessa sopra citata) effettivamente prodotta  il 23 novembre 2016. Fino ad allora, vigeva la logica paradossale secondo cui da Palazzo Imperiali si incoraggiavano gli operatori economici a promuovere ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar), per vedersi riconosciuto il diritto ad investire nella Zona Pip. La Giunta Bruno intendeva, come ricordato, favorire gli investimenti industriali e commerciali nel rispetto della normativa vigente e pertanto fu portata a riscontrare – al fine della massima copertura politica – l’ulteriore sollecitazione degli Uffici a produrre una delibera anche di Consiglio comunale.

Effettivamente, benché in Commissione l’opposizione di centrodestra avesse manifestato una posizione di sostanziale favore nei confronti della delibera pur con riserva, il Consiglio approvò a maggioranza. Anche Gianni Capuano (Puglia prima di Tutto-Forza Italia) e Giacomo Gallone (Direzione Italia) votarono a favore mentre Forza Italia si astenne. Ma, a seguire, la Regione Puglia ravvisò alcune irregolarità  che chiese di sanare. In sostanza, gli Uffici regionali sottolinearono come l’esigenza posta alla base della delibera fosse giusta e doverosa seppure perseguita con uno strumento errato sotto il profilo della normativa urbanistica. Avvenne, però, che il Consiglio comunale successivamente chiamato ad esprimersi coincise con una fase di crisi amministrativa, con le dimissioni del Sindaco Bruno poi rientrate e con la revoca da parte degli Uffici del comune dei permessi già erogati.

Insomma, era implicita la decisione assunta oggi dal Commissario prefettizio, di revoca della delibera in questione, anche perché risulta cambiato l’assetto normativo di riferimento ed in più il Piano Urbanistico Generale (Pug) già contiene in sé le condizioni favorevoli per il rilancio della Zona Pip della nostra città. Dunque, nessun atto arbitrario è stato mai consumato dalla ex Giunta municipale e quanti dalla ex opposizione pensano oggi di accreditarsi politicamente distorcendo la verità dei fatti  sono molti di coloro i quali dopo aver partecipato al lavoro di alcune Commissioni consiliari, al momento di votare si allontanavano.

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